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sabato 28 novembre 2009

le due domande

Lectio di monsignor Andrea Bruno Mazzoccato, su Mt 28, 5-10. 16-20.


Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


La riflessione parte dalle ultime parole di Gesù: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Gesù ci sta dicendo di essere con noi adesso, ma come facciamo a capirlo? Un primo segno è la presenza del Vescovo qui: perché nella firma del Papa, c'è anche quella di Gesù, che manda qui un suo rappresentante. Un segno ancora più grande è la sua presenza concreta nell'Eucarestia. Gesù vivo, che si offre per noi! E' presente!

La sua notizia è stata affidata alle donne, che portano il messaggio agli aspostoli, pieni di paura. Gli apostoli poi arrivano al monte, dove c'è Gesù: tutti si riuniscono. E questo ci fa riflettere sul motivo per cui siamo qui, stasera.

Una riflessione che è guidata da due domande; la prima è perché sono qui stasera (cioè, per quale motivo sono partito da casa)? Nel Vangelo troviamo una possibile risposta: le donne partono ognuna dalla propria casa, di notte, si incontrano per strada e assieme vanno da Gesù. Qual è il motivo che le spinge a uscire da sole, in un momento anche pericoloso della giornata? Deve essere certamente un grande desiderio che anima il loro cuore, e infatti loro vanno là per vedere Gesù.

La seconda domanda è: qual è il più grande desiderio che ho in questo momento?

Riflettendo su queste domande, preghiamo infine anche per gli altri, e presentiamo questa nostra personale preghiera a Gesù: così riviviamo quello che gli apostoli hanno vissuto sul monte, è questo l'appuntamento che Gesù ha dato a noi per stasera!


Un ultimo augurio e pensiero ci viene rivolto dal Vescovo...

Ti dice Gesù: "Trova ogni giorno un angolo del tuo cuore per me e ti sarò vicino; un angolo del tuo cuore per una persona che ha bisogno e ti donerà un sorriso. Così sarai felice".


giovedì 26 novembre 2009

il dialogo by Chiara Lubich

Penso che il dialogo supera di gran lunga la tolleranza;
anche se non la disprezzerei del tutto la tolleranza,
in quanto in certi posti conviene che ci sia, perché almeno, per essa,
non c'è la lite, la lotta.
Però il dialogo è tutta un'altra cosa:
è un arricchimento reciproco, è un volersi bene, è un sentirsi già fratelli,
è un creare una fraternità universale già su questa terra.



Naturalmente il dialogo è vero se è animato dall'amore vero.
Ora l'amore è vero se è disinteressato; se no non è amore. E' egoismo.
In tal caso sarebbe un dialogo costruito senza l'amore;
quindi non sarebbe un dialogo, ma un'altra cosa: proselitismo, ad esempio.
Il proselitismo deve restare fuori da questa porta,
non può esserci, perché altrimenti non c'è dialogo.
Dialogo significa amare, donare quello che abbiamo
dentro di noi per amore dell'altro, e anche ricevere e arricchirsi

domenica 22 novembre 2009

essere ciechi e ritrovare una direzione


Come ci insegna la vicenda di Saulo, giovane uomo rampante in società, la cecità non è solamente uno stato di privazione fisica. Ossia, da una parte è innegabile che lo sia. Ma ce n'è un'altra, più radicata dentro molti: la cecità del cuore. Il non voler o saper vedere che c'è un qualcosa di enormemente grande che ci circonda: l'amore di Dio.

La cecità effettiva che colpisce Saulo lungo la strada verso Tarso lo destabilizza: per la prima volta un uomo intraprendente è costretto a lasciarsi condurre per mano, a farsi guidare.


Un gesto strano, dato il mondo in cui viviamo: lasciarsi guidare è inteso come una violazione della libertà personale. Chi è l'altro - si pensa - per potermi dire dove andare?


E' indispensabile un cambio di prospettiva. Io mi lascio guidare quando sento di essere cieco e non so da che parte dirigermi.

Questo atteggiamento rimanda al concetto di direzione o accompagnamento spirituale. Cos'è? E' l'affidarsi a qualcuno che come noi cerca Dio, e ci aiuta a scoprirlo vivo in noi. E' una mediazione per conoscere Dio e vivere la vita secondo la sua volontà. E' l'evitare di una fede "fai da te", che spesso porta a nostre personali e devianti interpretazioni del messaggio d'amore di Dio: vivere a modo proprio, stravolgendo un messaggio d'amore.


Chi mi guida? Non devo pensare a un superman che ha già capito tutto della fede (anzi, diffido da chi si dice tale). Lungo la mia strada troverò qualcuno che, secondo il progetto di Dio, è giusto per accompagnarmi in quel momento, ma non necessariamente per sempre! Una persona a cui mi affido, a cui racconto me in verità, e a cui obbedisco - anche se qualche volta non riesco proprio a capire perché: in una parola, mi metto in ascolto di questa persona che è una mediazione tra me e Dio.


E mi ricordo che ogni santo ha avuto una mediazione per arrivare a Dio, e che quindi non c’è niente di male! E che la direzione è una via per la vera libertà: il cammino verso la Verità!

martedì 17 novembre 2009

preghiera...

Come mi è facile vivere con Te, Signore!
Com’è facile credere in Te!
Quando il mio intelletto confuso
si ritira o viene meno,
quando gli uomini più intelligenti
non vedono al di là di questa sera
e non sanno che fare domani,
Tu mi concedi la chiara certezza
che esisti e ti preoccupi
perché non vengano sbarrate
tutte le vie che portano al bene.
Sulla cresta della gloria terrena
io mi volto indietro stupito
a guardare la strada percorsa
dalla disperazione a questo punto
donde fu dato a me comunicare
all’Umanità un riflesso dei Tuoi raggi.
Dammi quanto m’è necessario
perché continui a rifletterli.
E per quello che non riesco a fare,
so che Tu hai destinato
altri a compierlo.

domenica 1 novembre 2009

Mi hai lasciato senza parole
come una primavera
e questo è un raggio di luce
un pensiero che si riempie di te.

E l'attimo in cui il sole diventa dorato
e il cuore si fa leggero
come l'aria prima che il tempo
ci porti via, ci porti via da qui.

Ti vorrei sollevare, ti vorrei consolare.

Mi hai detto: "Ti ho visto cambiare,
tu non stai più a sentire",
per un momento avrei voluto
che fosse vero anche soltanto un po'.

Perché ti ho sentito entrare,
ma volevo sparire.
E invece ti ho visto mirare,
invece ti ho visto sparare
a quell'anima che hai detto che non ho.

Ti vorrei sollevare, ti vorrei consolare.
Ti vorrei sollevare, ti vorrei ritrovare.

Vorrei viaggiare su ali di carta con te,
sapere inventare, sentire il vento che soffia
e non nasconderci se ci fa spostare.

Quando persi sotto tante stelle
ci chiediamo cosa siamo venuti a fare,
cos'è l'amore; stringiamoci più forte ancora,
teniamoci vicino al cuore.

Ti vorrei sollevare, ti vorrei consolare.

E viaggiare su ali di carta con te,
sapere inventare, sentire il vento che soffia
e non nasconderci se ci fa spostare.

Quando persi sotto tante stelle
ci chiediamo cosa siamo venuti a fare,
cos'è l'amore; stringiamoci più forte ancora,
teniamoci vicino al cuore.

Vorrei viaggiare su ali di carta con te,
sapere inventare, sentire il vento che soffia
e non nasconderci se ci fa spostare.

Quando persi sotto tante stelle
ci chiediamo cosa siamo venuti a fare,
cos'è l'amore; stringiamoci più forte ancora,
teniamoci vicino al cuore.