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lunedì 19 aprile 2010

S. Kierkegaard


L'amore di Cristo per Pietro fu così senza limiti: nell'amare Pietro egli mostrò come si ama l'uomo che si vede. Egli non disse: "Pietro deve cambiare e diventare un altro uomo prima che io possa tornare ad amarlo". No, tutt'al contrario. Egli disse: "Pietro è Pietro e io lo amo; è il mio amore semmai che lo aiuterà a diventare un altro uomo!". Egli non ruppe quindi l'amicizia per riprenderla forse quando Pietro fosse diventato un altro uomo; no, egli conservò intatta la sua amicizia, e fu proprio questo che aiutò Pietro a diventare un altro uomo.
Credi tu che, senza questa fedele amicizia di Cristo, Pietro sarebbe stato recuperato? A chi tocca aiutare chi sbaglia se non chi si dice amico, anche quando l'offesa è fatta contro l'amico?


L'amore di Cristo era illimitato, come l'amore deve essere quando si deve compiere il precetto di amare amando l'uomo che si vede. L'amore puramente umano è sempre pronto a regolare la sua condotta a seconda che l'amato abbia o non abbia perfezioni; mentre l'amore cristiano si concilia con tutte le imperfezioni e debolezze dell'amato e in tutti i suoi cambiamenti rimane con lui, amando l'uomo che vede. Se non fosse così, Cristo non sarebbe mai riuscito ad amare: infatti dove avrebbe egli mai trovato l'uomo perfetto?

[S.K. Gli atti dell'amore]

lunedì 12 aprile 2010

Ancorato al cielo



chi ha un'ancora nel cielo
impara a stare nel mondo come un capolavoro

(Mastro Boschetto, marmocchi e ritocchi)