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giovedì 13 maggio 2010

non ci sarà nessuno a casa...

Никого не будет в доме,

Кроме сумерек. Один

Зимний день в сквозном проеме

Незадернутых гардин.


Только белых мокрых комьев

Быстрый промельк моковой,

Только крыши, снег, и, кроме

Крыш и снега, никого.


И опять зачертит иней,

И опять завертит мной

Прошлогоднее унынье

И дела зимы иной.


И опять кольнут доныне

Неотпущенной виной,

И окно по крестовине

Сдавит голод дровяной.


Но нежданно по портьере

Пробежит сомненья дрожь.

Тишину шагами меря,

Ты, как будущность, войдешь.


Ты появишься у двери

В чем-то белом, без причуд,

В чем-то впрямь, из тех материй,

Из которых хлопья шьют.

1931

(Б. Пастернак)

Non ci sarà nessuno a casa,

Tranne il crepuscolo. Il solo

Giorno invernale in uno spiraglio trasparente

Di tende non accostate.


Solo di bianche zolle bagnate

Il rapido balenio aleggiante.

Solo tetti, neve - e tranne

I tetti e la neve - nessuno.


E di nuovo disegnerà la brina,

E di nuovo mi opprimeranno

Lo sconforto dell’anno passato

E le vicende di un altro inverno.


E di nuovo mi scherniranno

Per una colpa non ancora perdonata,

E la fame di legna si avvinghierà

Alla finestra lungo la crociera.


Ma inaspettatamente lungo la tenda

Scorrerà il tremito di un’irruzione.

Misurando coi passi, in silenzio,

Tu, come l’avvenire, entrerai.


Tu apparirai sulla soglia

Con addosso qualcosa di bianco, senza stranezze,

Con qualcosa proprio di quei materiali

Coi quali si cuciono i fiocchi di neve.

1931 (B. Pasternak)




giovedì 11 febbraio 2010

P.Coehlo


L'amore è sempre nuovo.
Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita:
ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L'amore può condurci all'inferno o al paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo.
È necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.

Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo
i rami dell'albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.

È necessario ricercare l'amore là dove si trova,
anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza.
Perché nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore,
anche l'amore muove per venirci incontro.
E ci salva.


lunedì 8 febbraio 2010

Цветок - Un fiore (A.S. Puškin)


Цветок засохший, безуханный,
Забытый в книге вижу я;
И вот уже мечтою странной
Душа наполнилась моя:

Где цвёл? когда? какой весною?
И долго ль цвёл? И сорван кем,
Чужой, знакомой ли рукою?
И положен сюда зачем?

На память нежного ль свиданья,
Или разлуки роковой,
Иль одинокого гулянья
В тиши полей, в тени лесной?

И жив ли тот, и та жива ли?
И нынче где их уголок?
Или уже они увяли,
Как сей неведомый цветок?



Un fiore secco, senza profumo,
Vedo, scordato dentro un libro;
Ed ecco d'una strana fantasia
Mi s'è riempita l'anima:

Dove fiorì? quando? in qual primavera?
E fiorì a lungo? e colto fu da chi,
Da una straniera, da una nota mano?
E perché posto qui?

In memoria di un dolce convegno,
O di fatale distacco,
O d'una passeggiata solitaria
In quieti campi ed in ombra boschiva?

E vivo è quello, e quella è viva?
E dov'è adesso il lor cantuccio?
O sono anch'essi ora avvizziti
Al par di questo ignoto fiore?

giovedì 17 settembre 2009

qualcuno a cui guardo come esempio!

Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova,
tardi ti ho amato.
Ecco, eri dentro di me tu, e io fuori:
fuori di me ti cercavo,
e informe nella mia irruenza mi gettavo
su queste belle forme che tu hai dato alle cose.
Eri con me, io non ero con te.
Le cose mi tenevano lontano,
le cose che non ci sarebbero se non fossero in te.
Mi hai chiamato, e il tuo grido ha lacerato la mia sordità;
hai lanciato segnali di luce e il tuo splendore ha fugato la mia cecità,
ti sei effuso in essenza fragrante e ti ho aspirato
e mi manca il respiro se mi manchi,
ho conosciuto il tuo sapore e ora ho fame e sete,
mi hai sfiorato e mi sono incendiato per la tua pace.

"Se"




Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio.

Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling

mercoledì 16 settembre 2009

] la perseveranza alla fine premia [ ] Levin e Kitty [

— Aspettate — disse, sedendo al tavolo. — Da tempo volevo chiedervi una cosa. Egli la guardava dritto negli occhi carezzevoli, sebbene spaventati. — Domandate, vi prego. — Ecco — egli disse, e scrisse le lettere iniziali: q, m, a, r: q, n, p, e, s, m, o, a? Quelle lettere volevano significare: “quando mi avete risposto: questo non può essere, significava mai o allora?”. Non c’era nessuna probabilità che ella potesse decifrare questa frase complicata; ma egli la guardò con tanta ansia come se la sua vita dipendesse dall’aver ella capito o no quelle parole. Kitty lo guardò seria, poi poggiò la fronte corrugata sulla mano e cominciò a leggere. Di tanto in tanto dava un’occhiata a lui, domandandogli con lo sguardo: “È quello che penso?”. — Ho capito — disse, arrossendo. — Che parola è questa? — egli disse, indicando l’m con cui era significata la parola “mai”. — Questa parola significa “mai” — ella disse — ma non è vero! Egli cancellò in fretta quel che era scritto, le dette il gesso e si alzò. Ella scrisse: a, i, n, p, r, d. Dolly si consolò completamente del dolore arrecatogli dalla conversazione con Aleksej Aleksandrovic, quando sorprese queste due figure: Kitty col gesso in mano e con un sorriso timido che guardava di sotto in su Levin, e la bella figura di lui curva sul tavolo, con gli occhi ardenti, fissi ora sul tavolo ora su di lei. A un tratto egli s’illuminò tutto: aveva capito. La scritta significava: “allora io non potevo rispondere diversamente”. Egli la guardò interrogativamente con timore. — Soltanto allora? — Sì — rispose il sorriso di lei. — E o... ora? — egli domandò. — Ebbene, ecco leggete. Dirò quello che desidererei. Quello che desidererei tanto. — Ella scrisse le iniziali: “c, p, d, e, p, q, c, e, s”. Questo significava: “Che possiate dimenticare e perdonare quello che è stato”. Egli afferrò il gesso con le dita tese, tremanti, e, spezzatolo, scrisse le iniziali di quel che segue: “Non ho nulla da dimenticare e perdonare, non ho mai cessato di amarvi”. Ella lo guardò con un sorriso che s’era fermato sul suo volto. — Ho capito — disse piano. Egli sedette e scrisse una lunga frase. Ella capì tutto e senza chiedere: “È così?” prese il gesso e rispose immediatamente. Egli per parecchio tempo non riuscì a capire quello ch’ella aveva scritto e la guardava spesso negli occhi. La mente gli si annebbiò di gioia. Non riusciva in nessun modo a sostituire alle lettere le parole ch’ella intendeva; ma negli occhi di lei, raggianti di felicità, capì tutto quello che doveva sapere. E scrisse tre lettere sole. Ma non aveva ancora finito di scriverle e lei già leggeva dietro il suo braccio e terminava lei stessa e scriveva la risposta: “Sì”. — Giocate al secrétaire? — disse il vecchio principe accostandosi. — Su, però, andiamo, se vuoi arrivare in tempo a teatro. Levin si alzò e accompagnò Kitty alla porta. Nella loro conversazione era stato detto tutto; ch’ella lo amava e che avrebbe detto al padre e alla madre ch’egli sarebbe andato da loro l’indomani mattina.


L. N. Tolstoj "Anna Karenina"

con i piedi per terra e il cuore in cielo

La vita non è abbastanza.
Allora cosa voglio?
Voglio una decisione per l'eternità,
qualcosa da scegliere
e da cui non mi allontanerò mai.
Qui sulla terra non c'è abbastanza da desiderare.

la libertà di volare...o solo per sentirsi vivo...


Il volo ti fa libero
e ti fa diventare quello che sei,
ti eleva al livello di dignità!
Ti fa veramente felice.