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martedì 26 gennaio 2010

[giostra dei pensieri] il castello di Atlante

In questo ultimo periodo ho avuto modo di avvicinarmi ad un'opera letteraria classica della nostra letteratura, l'Orlando furioso.
Curioso come questa (al pari della Divina Commedia) stia pian piano prendendomi, e dicendo molto alla mia vita!

Il castello di Atlante è quel luogo incantato in cui all'inizio hai tutto quel che vuoi, tutto quello che ti appaga e ti fa vivere s-pensierato, sull'onda di quel carpe diem di oraziana memoria.
Un castello attraente, se-ducente (che non ti fa uscire, perché ti tiene legato a sé), facile.
Ma poi? Che resta?

Grazie a (o per colpa di) un piccolo anellino tutto svanisce. Rimani con niente. Solo con la grande delusione di aver perso tutto.
Tutto cosa?
Evidentemente ciò che il castello ti offriva non era eterno, durevole. E non era nemmeno la felicità, tanto meno libertà. Rimanevi prigioniero, pur potendo apparentemente soddisfare ogni desiderio.

Quanta attualità! E chi l'avrebbe detto, in un'opera che si "studia" a scuola!!

Il castello poi cambia: perché chi vuole continuare a vivere soddisfacendo solamente i propri desideri, si trova perduto e alla ricerca vana di qualcosa che non troverà mai!
E' proprio subdolo questo castello: perché prima ci appaga e poi ci fa patire?

Altre riflessioni mi sembrano ridondanti.
Se questo non dice niente alla tua vita, probabilmente non la stai vivendo.
Come scriveva Wilde: molta gente esiste, ecco tutto.

Queste scarne riflessioni sono un invito ad andare oltre il castello, a cercare ciò che rende la vita felice e piena.

Un indizio? La felicità per sempre è solo una, e non si può sbagliare, una volta scelta...



"forse un vero Amore vale tanto?"