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giovedì 1 ottobre 2009

Dov'è Dio? by Salvatore Alletto

Dov'è Dio?

Dov'è Dio quando la gente soffre?

Dov'è Dio quando i bambini muoiono di fame?

Dov'è Dio quando l'innocente grida per il dolore subito?

Dov'è Dio nelle catastrofi naturali?

Sono queste le domande che spesso rendono le nostre notti un po' movimentate, che offuscano i nostri pensieri quando facciamo esperienza del dolore del mondo, le domande a cui non sembriamo in grado di dare una risposta.

Dov'è Dio?

E' questo l'interrogativo che ha attraversato la mente di molti di noi in quella fredda notte di inizio aprile quando, alle 3,32, a L'Aquila e dintorni, la terra ha tremato.

Dov'eri Dio?


E questa domanda mi è ritornata alla mente durante questa settimana di servizio nelle zona devastate dal terremoto alla vista di gente disperata, palazzi crollati, edifici disabitati. Quasi per "caso" mi ritrovo a prestare servizio con i giovani di Legambiente impegnati nel recupero dei beni artistici e culturali nelle chiese e nei palazzi dell'aquilano. Che strano! Cosa c'entro io che di storia dell'arte e beni culturali non capisco granché? Ma è vero che non ci sono coincidenze, ma provvidenze. Così quella mattina giunto ad Onna, la domanda che mi ronzava nelle orecchie in questi ultimi giorni si fa sempre più pressante.

Dov'è Dio? Dov'è?

Qui ad Onna è rimasto veramente poco. Macerie e silenzio ovunque. Lì in Chiesa ci sono le ultime suppellettili da recuperare. Tiriamo fuori qualche tavolo, il confessionale, frammenti interessanti. Ma non solo.


Perché mi accorgo che i Vigili del Fuoco, in quella Chiesa sventrata dalla forza del terremoto, sfidando l'altezza delle macerie cercano ancora qualcosa, direi qualcuno. Da 4 mesi e un giorno sta sepolto lì sotto le macerie: Gesù Eucarestia dentro il tabernacolo. Quasi non ci credo quando me lo dicono e spero e prego che Gesù venga ritrovato. Così quando ormai il sole sta per calare il Bobcat del vigile si arresta improvvisamente; chiamano, c'è qualcosa. E da quelle macerie fredde e informi promana un alito di vita e speranza: è il Cristo riposto in quel tabernacolo all'apparenza fragile eppure rimasto "illeso" dopo la furia del terremoto. Non credevo ai miei occhi e ringraziavo Dio di avermi fatto testimone di questo ritrovamento.


Non ho neanche il tempo di gioire che nella mia mente si materializza la risposta a quella domanda che mi ha da tempo angosciato.

Dov'è Dio?

Adesso posso rispondere.

Eccolo Dio, sepolto sotto le macerie silenziose e pesanti. Eccolo il Cristo, anche lui terremotato, condividere fino in fondo la sofferenza della gente terremotata.

Quel Cristo che dopo 4 mesi esce per ultimo è il segno di speranza che tutti aspettiamo. E' il segno di un "Dio con Noi". E se pure ce ne fosse bisogno, abbiamo anche le prove in quelle macerie che forse lo hanno nascosto ai nostri occhi ma non hanno minato la sua presenza viva e vera.


Adesso il suo posto diventa la tendopoli, insieme alla gente che soffre. Che il Cristo, terremotato anche lui, possa sostenere gli sforzi di rinascita della gente, possa ridonare speranza a chi ha il cuore ferito.

Grazie Gesù perché sei vicino a chi soffre.

Grazie Gesù perché sei terremotato anche tu.

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